Dove eravamo rimasti?

Immagine 6Dopo un periodo di pausa torniamo finalmente ad occuparci in queste pagine del mondo della Gamification e di tutte le sfaccettature che lo caratterizzano.

Come abbiamo più volte riportato in passato, quello della Gamification è un fenomeno in forte crescita, che non accenna a rallentare: nuovi esempi di come questa disciplina possa essere applicata in modo proficuo e produttivo fioriscono e si susseguono costantemente.

Tuttavia, proprio considerando la lunga pausa intercorsa fra questo ed il precedente articolo pubblicato nel blog, pensiamo possa essere utile a tutti rinfrescarci la memoria, riassumendo brevemente quali sono le caratteristiche salienti del settore, ricapitolando per sommi capi quello di cui si è discusso fino a questo momento.

Prima di tutto, Gamification ed E-Learning: più volte in precedenza abbiamo sottolineato i vantaggi di un approccio gamificato all’e-learning, sottolineando come eventuali limiti dei processi di apprendimento possano spesso essere dovuti non tanto ai soggetti coinvolti nei processi stessi, quanto piuttosto alle metodologie utilizzate nell’insegnamento. Continua a leggere Dove eravamo rimasti?

Il 2015 della Gamification: cosa ha funzionato e cosa no

Gamification 1

Il 2015 sta volgendo al termine e considerando i numerosi dati e le varie previsioni che nell’arco dell’anno abbiamo riportato fra le pagine del blog può essere interessante, arrivati a questo punto, controllare come effettivamente si sono evoluti il mondo della Gamification e della Learnification negli corso degli ultimi mesi.

Un interessante articolo comparso sul sito specializzato elearningindustry si è rivelato decisamente utile a raccogliere informazioni riguardo allo stato attuale della Gamification sul mercato, del mondo del lavoro e, nello specifico, dell’e-learning, ambito particolarmente caro a noi di Gamification.it. Da notare che l’articolo in questione, sebbene datato, fa riferimento a studi che vengono costantemente aggiornati e rivisti al fine di rimanere attuali ed affidabili.

Come dicevamo, tenere sotto controllo l’evoluzione e le variazioni a cui la Gamification è sottoposta è senza dubbio un fattore di importanza fondamentale per chi, come noi, cerca di studiarne gli effetti e l’impatto sul mercato e sulla società in generale.

Di seguito abbiamo pertanto deciso di riportare una serie di interessanti facts, pillole informative se vogliamo, da condividere con i nostri lettori.

Prima di tutto, qualche curiosità relativa al mondo dell’e-learning:

  • Stando a studi oggi largamente diffusi, una qualunque azienda può arrivare a risparmiare ben il 70% del budget dedicato alla formazione semplicemente sostituendo alle vecchie e tradizionali procedure di training le più recenti procedure di e-learning (IOMA 2002). Non si tratta, va detto, di un passaggio privo di qualsivoglia difficoltà: ogni variazione delle routine aziendali richiede un certo sforzi, impegno ed il necessario tempo,  ma è importante non arenarsi pensando che il cambiamento comporti più fatica che benefici;
  • Circa 20 milioni di studenti universitari in tutto il mondo seguono ad oggi almeno 1 corso online. E’ previsto poi che entro il 2019 circa la metà di tutti I corsi universitari saranno svolti online: questo dato è importante per aiutarci a capire quando i metodi di “apprendimento digitali” stiano diventando comuni e di come presto rappresenteranno, verosimilmente, la norma;
  • Secondo stime consolidate, entro la fine del 2015 è previsto che il mercato dell’e-learning arrivi a valere circa 107 miliardi di dollari, cosa che lo renderà il mercato relativo all’educazione con la crescita più rapida;

Passiamo ora a dati più circostanziati, relativi alla Gamification ed all’influenza che questa attualmente esercita o potrebbe esercitare sul vasto (e proficuo) mercato dell’e-learning:

  • Per quanto possa risultare incredibile a dirsi, secondo ricerche conclusesi nel 2014, ben il 75% della popolazione occidentale è composta da gamer. Va specificato tuttavia che per lo più si parla di giocatori casuali e non regolari. Solo il 25% circa della popolazione può essere inscritta nell’insieme dei giocatori regolari;
  • Come chiunque si occupi di formazione a livello professionale sa bene, generalmente quando “studiamo” qualcosa siamo in grado di richiamare alla mente circa il 10% di quello che abbiamo letto e il 20% di quello che abbiamo sentito. Se al processo uniamo anche un supporto visivo (ad esempio una presentazione di qualche genere) la percentuale di acquisizione dei contenuti sale a circa il 30%. Infine, se possiamo osservare direttamente qualcuno compiere una serie di azioni correlate all’argomento in studio mentre questo viene spiegato, la percentuale sale fino al 50%. Tuttavia, e qui entra in gioco la Gamification, abbinando a tutti i passaggi precedenti la possibilità di svolgere “personalmente” un incarico, di essere cioè coinvolti attivamente nel processo di apprendimento la percentuale di apprendimento dei contenuti sale addirittura al 90%;
  • Circa l’80% delle persone interpellate in merito ha affermato che la produttività sul luogo di lavoro (o all’università) aumenterebbe considerevolmente se fossero impiegate meccaniche mutuate dai giochi, in pratica cioè se fosse usata la Gamification in qualche sua declinazione;
  • Sulla stessa scia, il 60% degli interpellati si dicono convinti che  l’impiego di leaderboard ed una maggiore “competizione” (purché sana, non sclerotizzata o estremizzata) sul luogo di lavoro aumenterebbero le motivazioni e la spinta verso il miglioramento;
  • Inoltre, l’89% si sentirebbe più gratificato e maggiormente coinvolto in un processo di learnification se questo comprendesse un qualche sistema di punteggio;

Ancora più nello specifico, ecco una breve panoramica di quelle che sono le meccaniche normalmente più apprezzate dall’utenza quando si parla di Gamification:

  • Prima di tutto l’avanzamento tramite livelli, elemento che conferisce una concreta sensazione di “evoluzione” del proprio status e con essa un reale appagamento;
  • In secondo luogo, l’assegnazione di un punteggio in seguito ad una serie di azioni svolte;
  • Risulta in media particolarmente apprezzato anche l’impiego di avantar da utilizzare come rappresentazioni virtuali. Questo aspetto contribuisce ad alleggerire il peso dell’esperienza ed a ridurne la formalità, rendendola meno oppressiva e stressante;
  • Infine, molto utile l’utilizzo di una “moneta virtuale” grazie alla quale poter effettuare acquisti di beni particolari correlati all’esperienza di “gioco“ (gamificata);

Ma non è tutto: dopo aver analizzato un gran numero di piattaforme gamificate, l’autore del libro “How Gamification Reshapes Learning”, ha individuato un’ulteriore serie di logiche, caratteristiche e meccaniche gamificate che la rendono una “metodologia” di successo. Queste sono:

  • Il comunicare in modo costante ed affidabile i progressi ottenuti dagli utenti (attenzione: si parla di progressi, non necessariamente di tutti i risultati ottenuti. Questa è una distinzione che tratteremo di nuovo in seguito);
  • La gestione oculata dell’engaging dell’utenza, in pratica del suo coinvolgimento. Una delle principali caratteristiche della Gamification è infatti proprio quella di riuscire ad aumentare sensibilmente il senso di coinvolgimento fra coloro che la utilizzano;
  • La possibilità di rinnovarsi e di somministrare sempre nuove esperienze e stimolanti sfide, senza ripetersi;
  • La capacità di instillare nell’utenza la sensazione di aver raggiunto dei traguardi concreti;

Non tutti gli aspetti di una piattaforma gamificata raccolgono però lo stesso entusiasmo e producono gli stessi risultati: a fronte di meccaniche che vengono immediatamente percepite come positive, ne troviamo altre che invece incontrano in media maggior “resistenza” da parte dell’utenza, portando così a risultati meno eclatanti, quanto meno nel breve periodo. Queste secondo le ricerche odierne sono:

  • Laddove una sana competizione è quasi sempre vissuta come un elemento positivo, troviamo invece che la competizione forzata e diretta fra amici viene percepita come un inutile elemento di atrito;
  • Altro fattore direttamente in contrasto con uno dei punti dell’elenco precedente, è la meccanica del “gifting”. La possibilità di fare acquisti grazie all’impiego di una moneta virtuale è, come evidenziato in precedenza, accolta molto positivamente: diversa invece la reazione se si parla della possibilità di “regalare” ad altri utenti beni, effetti o virtual goods di qualunque tipo. Riassumendo quindi: “acquisto si”, “regalo no”;
  • Un punto ora piuttosto delicato, che prende in esame una meccanica dai risvolti piuttosto ampli. Stando alle statistiche più recenti, quando si parla di Gamification l’utenza tende a non apprezzare in modo particolare l’approccio relativo alla narrazione attiva, quella meccanica cioè che porta l’utente stesso ad essere protagonista di una storia o comunque di un flusso narrativo. Questo non deve essere tuttavia inteso come una resistenza da parte dei partecipanti a prendere parte a qualunque forma di narrazione più partecipata e che richieda in certo livello di interazione, come nel caso dello storytelling: quello che viene accolto con resistenza è l’essere “trascinati” nel ruolo del protagonista di una vicenda. Chiedere ad un utente, ad esempio, di prendere una decisione che possa influenzare lo svolgimento di una storia è visto positivamente, purché l’utente sia posto all’esterno della storia stessa, come nel caso di uno spettatore e non coinvolto direttamente, come appunto nel caso del protagonista della storia. Cercando quindi di riassumere in poche parole: “spettatore attivo, si”, “protagonista, no”;
  • Ultima meccanica da evitare nella progettazione di un’efficace piattaforma gamificata sono i feedback in tempo reale. Ricevere feedback relativi alle proprie azioni è visto come un fattore utile e positivo, ma solo fintantoché questi non vengano rilasciati, appunto, in tempo reale. Per fare un esempio: dopo aver svolto un questionario, è percepito come elemento positivo ricevere un feedback sull’esito complessivo del proprio lavoro. Diversa invece la reazione se questo feedback viene dato immediatamente dopo aver risposto ad ogni singola domanda del questionario. Questo approccio infatti tende a deconcentrare l’utenza e a comprometterne la performance;

Ormai la Gamification è presente sul mercato da diversi anni: l’utilizzo sempre maggiore di questa metodologia di lavoro ha reso possibile un’analisi accurata della sua efficacia nonché la raccolta di statistiche utili a migliorarne in futuro l’impatto e la resa. Il 2015, ormai quasi concluso, si è rivelato un anno incredibilmente produttivo per questo settore, gettando le basi per un ulteriore crescita e sviluppo.

Non ci rimane quindi che continuare ad osservarne e a studiarne attentamente il fenomeno, in attesa dei nuovi e stimolanti sviluppi che certamente non tarderanno ad arrivare.

Un puzzle chiamato Gamification

Gamification 5

Fino ad oggi ci siamo concentrati ed abbiamo parlato principalmente dei casi in cui la Gamification e le sue meccaniche siano state applicate direttamente nell’ambito lavorativo, da aziende ed associazioni di vario tipo, per stimolare prevalentemente i processi legati all’e-learnig.

Questo è la nostra principale area di competenza ed interesse, ma è giusto sottolineare che non si tratta dell’unico approccio possibile all’argomento: è vero infatti che a volte vari brand scelgono di utilizzare i concetti dietro la Gamification “semplicemente” allo scopo di stimolare l’interesse dell’utenza ed aumentare il coinvolgimento dei propri clienti verso precisi prodotti. In pratica, a differenza delle società che optando per creare applicazioni altamente sofisticate e che abbiano reali applicazioni pratiche, ce ne sono altre come ad esempio il brand M&M’s, che hanno scelto di utilizzare meccaniche mutuate dai games non per produrre vere e proprie applicazioni learnificate, quanto piuttosto come aspetti integrati in campagne di marketing più grandi e sfaccettate.

Per fornire un quadro il più ampio possibile, è proprio su questo differente approccio che ci soffermeremo questa volta.

Accennavamo poc’anzi all’utilizzo che il marchio M&M’s ha fatto della Gamification in una sua recente campagna di marketing: la campagna in questione è la M&M’s “eye spy pretzel”

Lo scopo di questa campagna era quello di spingere le vendite di un nuovo prodotto del brand, dei “mini-pretzel” da affiancare alle tradizionali caramelle: inizialmente il prodotto, lanciato sul mercato nel 2010, aveva stentato ad affermarsi spingendo così la compagnia a prendere in considerazione nuove modalità di pubblicizzazione.

A questo scopo, qualche anno dopo aver rilasciato il suo prodotto, la M&M’s decise di lanciare una nuova, massiccia campagna di marketing all’interno della quale si scelse di inserire un semplice eye spy game, per l’occasione ribattezzato “eye spy pretzel

In pratica il “gioco”, davvero semplice ed economico, consisteva nel presentare agli utenti una schermata letteralmente colma delle note caramelle, fra le quali però era stato nascosto un singolo pretzel: scopo del gioco era semplicemente quello di localizzare, nel mare di caramelle, il pretzel in questione.

 IMMAGINE

 

Per quanto questo espediente potesse risultare semplice e scontato, promuovendolo adeguatamente sui social network il gioco riuscì a produrre effetti realmente concreti e tangibili sulla campagna marketing: in poco tempo questo riuscì ad esempio a racimolare ben 25000 nuovi “like” sulla pagina Facebook del brand, con più di 6000 condivisioni e 10000 commenti. Si tratta di risultati davvero impressionanti se si considera il costo esiguo dell’operazione.

Tutto questo è stato possibile perché il gioco, per quanto semplice ed intuitivo, riuscì a fornire agli utenti un modo facile, divertente e veloce per prendere confidenza col nuovo prodotto, spingendoli a loro volta a “spargere la voce” grazie ai social media.

Ora, prendendo in analisi la campagna sopra menzionata, dobbiamo porci una domanda: è davvero possibile considerare quanto riportato come un approccio alternativo alla Gamification?

A nostro avviso certamente si: quello che abbiamo qui è infatti un classico esempio di utilizzo di un “gioco” non a fini puramente ludici, ma commerciali. L’applicazione di un semplice diversivo gamificato all’interno di una più ampia campagna di marketing è riuscita a produrre risultati importanti, portando con successo l’attenzione degli utenti verso uno specifico prodotto. Questi in pratica “credevano” di giocare, quando in realtà stavano focalizzando la loro attenzione sul nuovo prodotto al centro della campagna pubblicitaria, prendendovi rapidamente confidenza e contribuendo a rafforzarne il nome grazie al processo del passa parola.

Tutto questo ci aiuta a comprendere che la Gamification è in realtà un concetto molto più fluido e diversificato di quanto ci si potrebbe aspettare analizzandone semplicemente l’aspetto relativo all’e-learning. Un puzzle composto da tessere molto diverse fra loro, ma che de facto concorrono a creare un unico, grande insieme.

E-Learning: glossario dei termini

question mark with speech bubles, vector on the abstract background

Su questo blog è capitato in diverse occasioni di parlare non solo di Gamification e di e-learning ma anche in generale di progetti e prodotti che possono essere considerati parte della “galassia delle esperienze gamificate”.

Non ci siamo mai soffermati tuttavia sul tentativo di dare una definizione, per quanto approssimativa, delle varie tipologie di esperienza di cui normalmente trattiamo: l’obiettivo di questo post è appunto quello di fornire qualcuna, per quanto semplice ed approssimativa, soprattutto relativamente alle categorie più importanti o più spesso menzionate nei nostri articoli.

Ecco quindi un breve elenco:

  • E-LEARNING: partiamo da quello che è senz’altro il termine più generico, utilizzato per definire più che prodotti specifici un vero e proprio approccio alternativo all’apprendimento e che comprende al suo interno tutte le altre voci presenti nell’elenco. Con e-learning si intende infatti l’impiego di tecnologie multimediali grazie alle quali veicolare l’apprendimento, migliorandone l’efficacia e la fruibilità generale. Un ulteriore definizione potrebbe essere quella che indica l’e-learning come “l’apprendimento tramite canali elettronici”. Designing Digitally, una società specializzata nello sviluppo di prodotti ed esperienza basate sui principi dell’e-learning, fornisce un’interessante infografica sul tema che potete trovare a questo indirizzo;
  • MOOCS: sigla che sta per “Massive Open Online Courses” ed indica in pratica dei corsi da svolgersi on-line, pensati per la formazione a distanza di numeri elevati di utenti. Si tratta di un fenomeno presente sulla scena già da diversi anni ed ancora in grande espansione: basti pensare che il New York Times definì già il 2012 come “l’anno dei MOOC”: generalmente questi si focalizzano su corsi di tipo universitario grazie ai quali mettere liberamente a disposizione materiale didattico. Il primo MOOC fu molto probabilmente quello tenuto nel 2008 dai professori George Siemens e Stephen Downs, che col loro corso “Connectivism and Connective Knowledge”, riuscirono a raggiungere migliaia di utenti contemporaneamente. Del contenuto del corso e dei suoi risultati abbiamo già avuto modo di parlare in un nostro precedente articolo;
  • GAMIFICATION: eccoci arrivati alla Gamification. Come definire, in poche parole ed in modo chiaro, questo processo? Una definizione da dizionario potrebbe essere la seguente: la Gamification consiste “nell’utilizzo di elementi mutuati dai giochi e delle tecniche di game design in contesti esterni ai giochi, al fine di incrementare la partecipazione ed il coinvolgimento”. Si tratta forse di una definizione un po’ arzigogolata ma che comunque è utile per rendere a chiarire l’argomento. Abbiamo più volte elencato gli elementi tipici della Gamification e delle meccaniche gamificate, come l’aggiunta di barre di avanzamento, di punti, di badge che certifichino i progressi degli utenti e via discorrendo, così come abbiamo più volte riportato esempi di esperienze gamificate nei nostri precedenti post: non ci dilungheremo pertanto nuovamente in questa sede;
  • SERIOUS GAMES: si tratta di prodotti di cui abbiamo parlato poco fino ad ora ma che in futuro riceveranno senz’altro maggiore attenzione. In pratica, a differenza della Gamification dove troviamo si meccaniche mutuate dai videogames ma comunque all’interno di piattaforme ed esperienza che chiaramente non lo sono, un serious game è un gioco vero e proprio ma pensato con uno scopo preciso, diverso dal mero intrattenimento. Un serious game possiede de facto tutti gli elementi tipici dei normali “game”, primo fra tutti un reale gameplay, ma ha finalità differenti che possono comunque essere le più varie e disparate (l’insegnamento è solo una di queste). Andrzej Marczewsky tempo fa ha scritto un interessante articolo in merito alla distinzione fra Gamafication e Serious Game. A questo indirizzo potete consultare un’altra infografica molto ben  realizzata, sempre ad opera di Designing Digitally, o questa ad opera di On Serious Games. A questa categoria appartengono anche tutti quei giochi che vengono normalmente definiti “Educational Games”, cioè videogiochi pensati principalmente allo scopo di “insegnare” o di trasmettere un qualche tipo di “valore”;

Concludendo, riportiamo un utile diagramma realizzato sempre da Marczewsky, in cui si evidenziano le differenze fra le varie categorie in base agli obiettivi in fase di progettazione

 types-of-game-thinking-and-primary-design-goal

Notiamo ad esempio che i Serious Games sono posizionati nel settore del diagramma più lontano dalla voce “Fun” (divertimento). Con questo non si vuol intendere che un gioco di questo tipo non possa essere divertente, ma semplicemente che l’obiettivo con cui un Serious Game viene creato esula dal semplice divertimento/entertainment.

Gamification e progettazione partecipata: una liaison possibile

 

Gamification.it nasce con l’intento di promuovere la cultura e la pratica della gamification applicata ai differenti momenti della vita. Da sempre lo scopo del blog è stato quello di proporsi come amplificatore di conoscenze e sostenitore del movimento innovativo della gamification.

A tal proposito riceviamo un’interessante richiesta da parte di un dottorando (PHD) dell’ISIA di Roma, che chiede un aiuto nel completare la sua survey in merito al discorso che riguarda i temi della Gamification e del Co-design.  Volentieri proponiamo qui la richiesta dello studente che ci ha gentilmente contattato, a riconferma anche della nostra volontà nel farci sostenitori della ricerca e delle pratiche che riguardano il tema della Gamification. Continua a leggere Gamification e progettazione partecipata: una liaison possibile

X-Factor per le agenzie creative: il digital marketing del marketing firmato Mercedes

mercedes gamification business game

L’idea è molto semplice: attraverso una gara, trovare la nuova agenzia creativa che seguirà la casa di Stoccarda nell’avventura digital Italiana.
Mercedes, sotto il nome Digital Business Game 2015, ha lanciato una nuova iniziativa che, a ben vedere, di Game ha ben poco, e si avvicina di più al format dei talent show alla X-Factor o America’s Got Talent (Che forse un Mercedes Got a Talent poteva funzionare meglio?). Quello che loro chiamano Game è invece una gara a tutti gli effetti, anche perché come se non bastasse la dottrina inquadra i Business Game in modo un po’ diverso da quello che loro propongono e magari, con un piccolo accorgimento sul nome, avrebbero evitato le ire di molti che in questi giorni stanno amaramente commentando questa iniziativa. Continua a leggere X-Factor per le agenzie creative: il digital marketing del marketing firmato Mercedes

Gli agenti diventano giocatori: Gamification per il mercato finanziario

gamification.it-Knab000

Un gran numero di blogs stanno dedicando sempre di più la propria attenzione alla gamification, ma nonostante questo la fotografia completa di cosa sia e come si realizzi un progetto con gamification sembra ancora basarsi su basi poco solide e frammentate.

Questa che vi proponiamo è la traduzione dell’articolo pubblicato su Gamification Enterprise a cura di Chris van den Berg gamification designer, che mostra attraverso una case history e la sua roadmap i punti più importanti per la realizzazione di un progetto di gamification concreto e di successo.

Per molti gli aspetti principali, gli strumenti da e con cui gamificare, sono chiari e ovvi, ma poi ci si scontra sempre con la fatidica domanda: “come faccio a farlo accadere?” Continua a leggere Gli agenti diventano giocatori: Gamification per il mercato finanziario

Le 8 caratteristiche della gamification in azienda

gamification-

Le esperienze basate sulle logiche della gamification, siano esse studiate per il mondo del lavoro o del marketing per la comunicazione, stanno riscuotendo un notevole successo derivante dai reali obbiettivi che permettono di raggiungere. Oggi la gamification, e quindi la necessità di coinvolgere aumentando l’engagement, è un requisito necessario nei processi anche all’interno delle aziende e sempre più rivolto alle persone in azienda.

Continua a leggere Le 8 caratteristiche della gamification in azienda

Gamification per l’e-Learning – Infografica

skillato gamificationLe soluzioni e-Learning per la formazione a distanza, in particolare quelle con dinamiche di gamification, si stanno ritagliano un ruolo sempre maggiore e da protagonista perchè considerate tra le soluzioni ottimali per una serie di oggettivi problemi che recentemente hanno cominciato a diffondersi tra le risorse umane.

Continua a leggere Gamification per l’e-Learning – Infografica

Skillato: la più evoluta piattaforma gamificata per l’e-learning

Skillato - Presentazione

Alittleb.it presenta ufficialmente Skillato: l’innovativa piattaforma per l’elearning che, grazie a Gamification e Storytelling, raggiunge impareggiabili livelli di efficacia ed è in grado di migliorare le soft-skills dei tuoi dipendenti.

Durante la tavola rotonda “Play Different”, tenutasi all’interno dell’IGDS – Italian Game Developer Summit, ospitata dalla Games Week e organizzata da AESVI, Alittleb.it ha presentato ufficialmente e per la prima volta SKILLATO, la sua innovativa piattaforma gamificata per l’e-learning all’interno dell’impresa.

Skillato, utilizzando Storytelling, Gamification e Oggetti Formativi ad Interattività Avanzata, rende possibile la rivoluzione delle piattaforme di e-learning: l’aumento della partecipazione e dell’efficacia della formazione, ma soprattutto la possibilità di sviluppo ed incremento delle soft-skills.

Skillato, dunque, non solo consente di insegnare tutti e trasmettere meglio i contenuti che normalmente si insegnano tramite qualsiasi piattaforma formativa, ma rende possibile sviluppare la “intelligenza emotiva” dei dipendenti di un’impresa: con Skillato è possibile aumentare le capacità di Leadership, di Problem Solving, di Comunicazione e Interazione, di Gestione di un Colloquio e molto altro ancora. Continua a leggere Skillato: la più evoluta piattaforma gamificata per l’e-learning